MIMMO GERMANA' ©
"Miro’ non mangia, ma pensa"
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MIMMO GERMANA'
Mimmo Germanà nasce a Catania nel 1944 e muore a Busto Arsizio nel 1992, a soli 48 anni. Trasferitosi a Roma dopo gli studi classici, Mimmo Germanà, pittore autodidatta di formazione, dopo un esordio legato alla stagione concettuale, emerge agli inizi degli anni Ottanta con la Transavanguardia, grazie ad una pittura del tutto personale, caratterizzata da colori mediterranei che raffigurano soggetti onirici e mitologici, oltre all’immancabile “Miro’”, il suo amato cagnolino, spesso presente nelle sue composizioni. L’arte di Germanà viene teorizzata in modo egregio dal critico F.Gallo che la definisce “Espressionismo Mediterraneo”, mentre S.Grasso lo ribattezza, a pieno merito, “Lo Chagall Italiano”. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1980, nella sezione“Aperto ‘80”, che venne curata da Achille Bonito Oliva e Harald Szeemann. Nel 1987 vince il Premio Gallarate. Numerose le mostre personali allestite presso gallerie d’arte private, che documentano già a partire dal 1970 la sua intensa attività. Dopo la sua scomparsa, vanno menzionate, oltre alle numerose collettive, le mostre a lui dedicate nel 1994 a Gibellina presso il Museo d’arte contemporanea e Fondazione Orestiadi, a cura di Achille Bonito Oliva e a Verona presso la Galleria Boxart. Dopo alterne fortune di mercato, recentemente il suo lavoro è stato oggetto di una riscoperta da parte del pubblico e della critica e le quotazioni sono in ascesa, specialmente per le opere di grande formato in cui la sua poetica emerge prepotentemente.
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