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Sergio Scatizzi nasce a Gragnano, in provincia di Lucca, il 20 ottobre del 1918. Dopo aver trascorso la sua fanciullezza nella Valdinievole e nella campagna lucchese, nel 1936 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con alcuni fra i maggiori pittori di quell’ambiente, rimanendo particolarmente attratto dal talento artistico di Mario Mafai, Giovanni Stradone, Emanuele Cavalli e di Antonietta Raphael. Ritornato a Montecatini nel 1938, lì comincia a dipingere i suoi primi paesaggi, intervallandoli ad alcune nature morte di fiori e ad alcuni ritratti ad acquerello. Fra il 1939 e il 1943 conosce Filippo de Pisis, Giorgio Morandi e Ardengo Soffici, fra gli altri. Nel 1948 si reca a Parigi dove si trattiene per due anni. Nel 1949 si tiene la sua prima mostra personale alla Libreria Ariel di Montecatini, in cui vengono esposti solo paesaggi. Ottiene un repentino successo e infatti, l’anno seguente (1950) viene invitato ad esporre alla XXV Biennale di Venezia. A questo periodo risalgono pure i suoi primi contatti con l'ambiente fiorentino dei pittori e dei letterati, ove, una volta conosciuto Ottone Rosai, stringerà rapporti di amicizia con Ugo Capocchini, Mario Marcucci, Enzo Pregno e Nino Tirinnanzi. Stabilitosi definitivamente a Firenze nel 1955, in un vecchio studio al numero 3 di via de’ Federighi, Scatizzi inizia una proficua collaborazione con la Galleria l'Indiano che si concluderà nel 1969, alla fine di una stagione (quella dei fiori secchi e delle terre volterrane, presentate per la prima volta nel 1962) che lo impone definitivamente tra le figure di maggior spicco all'interno della sua generazione, come stanno a dimostrare la partecipazione alla IX Quadriennale di Roma del 1965 e il successo al XVIII Premio del Fiorino e della Città di Firenze nel 1967. Molto importanti, nell’attività espositiva di questi anni, sono anche la mostra antologica a Palazzo Strozzi curata da Carlo Ludovico Ragghianti nel 1958 e la prima mostra all’estero, nelle sale dell’Asheville Art Museum in North Carolina, USA, nel 1968. Fra il 1970 ed il 2000 altri significativi riconoscimenti corroborano il suo successo. Ne ricordiamo solo alcuni: la Sala personale al XX Premio del Fiorino nel 1971, l'antologica Palazzo Strozzi, curata da Carlo Ludovico Ragghianti, nel 1982, la grande mostra a Palazzo Pitti, presso la Galleria d'Arte Moderna, fra il dicembre del 1997 e il febbraio del 1998, dal titolo "Gli anni dell'informale”. Proprio questa mostra ha sancito la grande originalità della pittura di Scatizzi che, declinata quasi esclusivamente attraverso soggetti classici (paesaggi, nature morte, ritratti) è andata evolvendosi anche seguendo i principi dell’Informale. Una vicenda artistica singolare nel contesto del ‘900 Italiano. Sergio Scatizzi si spenge a Firenze nel 2009, poco dopo che Firenze, la sua città d’adozione, gli ha dedicato un importante riconoscimento: una mostra antologica presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.
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