160 esemplari numerati e firmati
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Alberto Sughi, pittore appartenente alla corrente Realista, nasce a Cesena il 5 ottobre 1928 ed esordisce come pittore all'inizio degli anni '50. Sceglie da subito la strada del realismo, nell'ambito del dibattito fra astratti e figurativi dell'immediato dopoguerra. I dipinti di Sughi rifuggono tuttavia ogni tentazione sociale; mettono piuttosto in scena momenti di vita quotidiana senza eroi. Enrico Crispolti nel 1956 inquadrò la sua pittura nell'alveo del realismo esistenziale. La ricerca di Alberto Sughi procede per cicli tematici. Alla fine degli anni '50, il suo lavoro è fondato sull'esistenza dell'uomo nell'ambito della società protagonista del "boom" economico, sottolineando la solitudine sociale dell'individuo attraverso il racconto di situazioni in luoghi come strade, bar, cinema (es:La scalinata sul Lungotevere, 1959, II grande bar, 1959-60). Nei primi Sessanta, esplora la condizione umana nel suo risvolto privato, nella solitudine colta entro l'intimità domestica (le figure che si spogliano, gli amanti, l'uomo col cane). Nel biennio '64-'65 è protagonista la critica sociologica, (nei grandi dipinti “Politici al ricevimento”, “La Classe Dirigente” o ancora il monumentale trittico “L'Ora Storica”). Gli anni dal '71 al '73” le cosiddette Pitture verdi, dedicate al rapporto fra uomo e natura (1971-1973), poi il ciclo La cena (1975-1976) incentrata sulla situazione dell'uomo nel privato. Agli inizi degli anni'80 appartengono i venti dipinti e i quindici studi di Immaginazione e memoria della famiglia; dal 1985 è in corso la serie La sera o della riflessione. L'ultima serie di dipinti, esposta nel 2000, è intitolata Notturno. Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica Negli anni '60 e '70 collabora con alcune delle più note gallerie italiane che propongono arte figurativa, tra cui La Barcaccia di Roma e la Pier Della Francesca di Arezzo, che rimangono a lungo le gallerie di riferimento del maestro. Dagli anni '80 al 2000 l'attività espositiva di Sughi vede mostre significative in spazi pubblici in Italia e nel mondo, oltre a mostre in varie gallerie in Italia e all'estero. Musei italiani e stranieri hanno dedicato a Sughi ampie rassegne antologiche; tra esse spiccano la Galleria d'Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca (1978), il Museo di Castel Sant'Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la Galleria Nazionale di Praga (1986), la Galleria Civica d'Arte Moderna di Ferrara (1988), la Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno (1990), il Museo d'Arte Assis Chateaubriand a San Paolo del Brasile (1994) e il Museo Civico di Sansepolcro (2003). L'artista ha partecipato al ciclo di mostre " La ricerca dell'identità" a Cagliari, Palermo e Ascoli Piceno (2003-2004), e alla mostra "Il Male. Esercizi di pittura crudele" alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino (2005) e alla mostra “Il Ritratto Interiore da Lotto a Pirandello”, al Museo Archeologico Regionale, Aosta (2005). Agli inizi del 2006 una grande rassegna antologica di Sughi si è tenuta al Palazzo della Pilotta di Parma. Nel 2007 due maggiori mostre antologiche di Sughi sono state presentate alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, curata da Vittorio Sgarbi, e al Complesso Vittoriano a Roma, curata da Arturo Carlo Quintavalle. Nel 2009 il lavoro di Alberto Sughi è stato presentato a Palermo al Palazzo Sant’Elia in una nuova grande retrospettiva curata da Maurizio Calvesi. Dei suoi anni di formazione il pittore racconta: "Quando sono venuto a Roma nel 1948 dormivamo sulle panchine, negli scantinati e la vita era povera. C'era stata la guerra e quindi dormire in posti del genere ci sembrava normale, non la sentivamo come una sofferenza, come la potremmo avvertire oggi e quello che ci faceva andare avanti era la voglia di essere pittori, l'avere un pensiero diverso, perché c'era grande fermento, i pittori anziani parlavano ed avevamo tutti voglia di imparare e di farlo insieme. E' stato ed è tutto molto bello perché la passione ha sempre illuminato il mio lavoro, anche nelle difficoltà." Sin dai primi anni i dipinti di Sughi risentono del dibattito tra astrattismo e figurativismo e, pur ritraendo vari aspetti della vita metropolitana, non si lascia catturare dalla accesa vita politica, preferendo mettere in scena momenti di vita quotidiana senza eroi in una forma figurativa che lo storico e critico d'arte Enrico Crispolti definisce "realismo esistenziale". Il cammino artistico di Alberto Sughi procede, in modo costante, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Di questo cammino artistico il pittore dice: "Mi interessa il viaggio, quel viaggio affrontato con diverse consapevolezze. Spero di non allontanarmi mai da quel che sono, continuare a raccogliere i segnali che vengono dalla vita e dal mondo. Ti posso dire che sono felice di quel che ho fatto e della mia vita che mi ha dato tanto e non la cambierei mai con nessun'altra. Cerco di essere fedele a questa storia lavorando fino al limite. Voglio restare insieme a me, alla mia pittura e alla mia vita senza pensare se farò delle cose belle o meno belle e mi piacerebbe proprio finire dentro il mio lavoro." Del senso e della filosofia delle sue opere, Alberto Sughi dice in un'intervista: " ho rappresentato la solitudine, il rapporto con la natura, il teatro d'Italia, ho fatto tutto quello che in fondo potevo incontrare e conoscere nei momenti di questo Paese. Ad esempio nel quadro che sto facendo (indicando una grande tela nel suo studio, ndr), sto rappresentando due uomini seduti su una spiaggia mentre c'è il mare in burrasca, come se non si accorgessero che non è più il momento di stare lì. I miei quadri, come in questo caso, hanno sempre rispecchiato il rapporto tra me e me stesso e tra me stesso e il resto delle cose. E osservando la tela penso che potrà trasformarsi in qualcos'altro". Sughi muore a Bologna il 31 Marzo 2012.
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